14 Settembre: Fakarava
La mattina partiamo presto dal Novotel, senza alcun rammarico, a dire la verità, alla volta di Fakarava. Dopo uno scalo a Rangiroa, arriviamo puntualissimi, scendiamo dall’aereo e non vediamo nella confusione il cartello della nostra pensione. I primi gruppi di turisti partono, e della nostra pensione ancora nulla, finché una gentile signorina ci chiede chi cerchiamo e sorridendo, ci indica un vecchietto polinesiano tranquillamente seduto al bar dell’aeroporto. Ci avviciniamo e ci presentiamo. Sané, così abbiamo scoperto si chiama, ci dice di recuperare i bagagli, e di raggiungerlo per andare alla jeep. A dire la verità l’accoglienza, paragonata alle corone di fiori e feste delle altre isole, ci lascia un po’ sconcertati...
Recuperate le valigie ci accomodiamo in macchina e, dopo una decina di minuti ci fermiamo. Sané dice che dobbiamo caricare altri due italiani che sono arrivati due ore prima di noi: questi si rivelano essere una simpaticissima coppia di Reggio Emilia, con i quali iniziamo subito a chiacchierare. Intanto, dopo un altro breve tratto di Jeep, ci imbarchiamo su un motoscafo con tutti i bagagli, una ventina di uova fresche, banane e due taniche di carburante. La traversata per arrivare alla pensione Tetamanu village è lunga(
http://www.tetamanuvillage.pf/us/default.htm), quasi un’ora e mezza di barca. Passa abbastanza tranquillamente, tra scambi di esperienze e racconti di viaggi passati con i nuovi compagni di viaggio. Siamo ormai in vista della pensione, quando il motoscafo si ferma, proprio in mezzo alla forte corrente del pass, tanto forte che si vede con evidenza. Sané riempie il serbatoio del carburante e, dopo un po’ di tentativi, il mezzo riparte… già temevamo di dover fare la traversata a nuoto!!
Ci accoglie ‘le cusinier’, un personaggio che ricorda il classico pirata dei film, anche a causa della benda che gli copre l’occhio destro. Dopo un succo e cocco fresco a volontà, ci accompagnano al bungalow: è di una semplicità disarmante… ma il posto è una favola, ce ne innamoriamo immediatamente. Ci siamo solo noi, davanti al bungalow (quasi overwater), si aggirano squaletti pinna nera, pesci farfalla, pappagallo: semplicemente meraviglioso.
La sera suona la campanella, è l’ora di cena: mangiamo con i nostri amici di Reggio, due sub francesi poco loquaci, Sané e Marc, responsabile del diving del Tetamanu village: la riservatezza di Sané è stata presto compensata dalla loquacità di Marc, marsigliese che da qualche anno si è trasferito in Polinesia.
La cena è meravigliosa, a base di pesce appena pescato: il ‘cuoco pirata’ è veramente bravo!! Alla fine gettiamo gli avanzi ai pescecani che si aggirano sotto la nostra terrazza: l’acqua sembra ribollire per qualche istante, poi tutto torna tranquillo.
Andiamo presto a dormire, spegniamo la debole luce del bungalow, desiderosi che arrivi presto domani, per vedere cosa ci riserva questa bellissima isola.
15 Settembre: Fakarava
Dopo un’abbondante colazione, ci avviamo con gli amici italiani a fare il giro del motu: che pace, non c’è anima viva, solo mare, detriti di corallo, conchiglie e tanta tanta pace. Visitiamo il Tetamanu Sauvage, distaccamento del Village, che è in fase di rinnovamento. Anche questa parte ci piace moltissimo. Arrivano così le 11, ora alla quale è previsto il momentaneo arresto della corrente sul pass, momento in cui possiamo andare a fare snorkeling in sicurezza: che meraviglia, ci sono migliaia di pesci coloratissimi, squali pinna nera, sembra un acquario, semplicemente meraviglioso!!!
Dopo pranzo ci crogioliamo un po’ al sole, finché ci chiamano per portarci alle sabbie rosa: una breve traversata e… troviamo il paradiso! Una lingua di sabbia dalle mille sfumature rosa, in una laguna color turchese… l’emozione è indescrivibile, scattiamo migliaia di foto per rendere eterno questo angolo di paradiso, dove siamo solo noi, sospesi tra la laguna e le onde dell’oceano…
Le ore passano velocemente, e presto vediamo all’orizzonte il motoscafo con Sané e Tetamanu, il fedele cane, che ci vengono a prendere: ringraziamo per l’indimenticabile gita, che immaginiamo non sia nemmeno da paragonare con le famose ma turistiche sabbie rosa di Rangiroa, che decidiamo che non visiteremo ( A Rangiroa confermeranno poi il nostro sospetto!).
Alla sera cena e nanna presto… non prima di essere andati a guardare le stelle dal pontile: non dimenticheremo mai i cieli stellati della Polinesia, con la luna a ‘sorriso’ dell’emisfero australe e la via lattea, sorprendentemente riconoscibile…
16 Settembre: Fakarava
Questa giornata è destinata a rimanere per sempre nella nostra memoria, in assoluto la più bella del nostro viaggio: abbiamo fatto il nostro ‘battesimo’ con le bombole nelle meravigliose acque di questo paradiso protetto dall’UNESCO. L’emozione è grande, la professionalità di Marc e Sané (che scende con noi) impareggiabile: ci fanno scoprire un nuovo mondo, e danno la scintilla per l’accendersi di una passione che da tempo era latente: le immersioni subaquee. Non dimenticherò mai la gioia di Pier con muta e bombole, mentre si avviava con Sané verso il pass.
Che impressione scendere in acqua e vedere nuotare, sopra le nostre teste, gli squali pinna nera! Avvistiamo anche una murena e due pesci napoleone, oltre naturalmente a una miriade di pesciolini coloratissimi.
Risaliamo, pranziamo e poi partiamo di nuovo alla volta di un motu deserto vicino alle sabbie rosa: esattamente quello che abbiamo sempre immaginato quando pensavamo all’isola deserta, paradisiaca, piena di palme da cocco, conchiglie e lambita da calde acque cristalline. Anche qui ci accingiamo a fare il giro, ancora facendo tantissime foto, bevendo l’acqua nei cocchi verdi e cercando di fissare nella memoria questo paradiso…
Il buon Sané, che man mano che passano i giorni si rivela simpatico e attento, ci viene a prendere: arriviamo al Tetamanu Village al tramonto. Su un pontile attiguo un vecchietto sta pescando: si procura la cena e il cibo per i suoi amici pesci napoleone: per farceli vedere ci dà appuntamento l’indomani alle 9.
Il sole è ormai tramontato, ci aspetta l’ultima cena a Fakarava. Il gruppo è ormai affiatato, chiacchieriamo e scherziamo sotto un cielo blu punteggiato di stelle.
17 Settembre: Fakarava-Rangiroa
Ultima mattina in questo paradiso, subito dopo pranzo dobbiamo partire: prepariamo i bagagli velocemente, per non sprecare alcun istante prezioso. Subito dopo colazione andiamo a visitare l’antica chiesa di Tetamanu, con l’altare di madreperla, ci aggiriamo tra le poche case di pescatori e i ruderi dell’antico villaggio, abbandonato a inizio secolo a causa di un tifone. Stiamo ancora immaginando come avrebbe dovuto essere l’isola allora, quando sentiamo un richiamo: il vecchietto della sera prima sta chiamando i pesci napoleone. Corriamo alla spiaggia, e vediamo il nonnetto con un tavolino pieno di pesce, acqua alle caviglie, e il pesce napoleone che prende i pezzi di pesce dalle sue mani, con metà dorso fuori dall’acqua: incredibile!!
Dopo un po’ altra sorpresa: arriva una murena di un metro e mezzo: anch’essa prende la sua parte di pasto e si lascia accarezzare!!
Alla fine arrivano gli squali: murena e pesce napoleone se ne vanno!
E’ davvero sorprendente come questo anziano signore sia riuscito ad addomesticare queste creature marine così particolari!
Facciamo l’ultimo snorkeling, pranziamo e poi partiamo alla volta dell’aeroporto. Nel frattempo il cielo diventa plumbeo, e a metà traversata inizia a diluviare: siamo ben presto tutti inzuppati, e la pioggia non accenna a calare. Appena in vista della terraferma smette, saliamo sulla jeep che ci porta all’aeroporto, dove con grande rammarico ma anche tanta riconoscenza salutiamo Sané... Fakarava resterà sempre nei nostri cuori…
Arriviamo a Rangiroa a metà pomeriggio. Lì troviamo Alain, un signore francese con una gentilezza e un savoir faire esemplari. Ci accompagna alla Pension Bounty: un capolavoro di perfezione, ordine e pulizia, che ci fanno sentire subito a casa!(
http://www.pension-bounty.com)
Partiamo velocemente a piedi alla volta del Pass sud, dove la sera spesso si avvistano i delfini. Restiamo fino a tramonto inoltrato, ma i delfini non si fanno vedere.
Quando arriviamo alla pensione è ormai buio ed è quasi ora di cena. Ci mettiamo a tavola con Alain e altre due coppie di italiani, con i quali ci scambiamo esperienze e impressioni.
18 Settembre: Rangiroa
Oggi siamo d’accordo di ritrovarci con gli amici di Reggio Emilia che sono in un’altra pensione, li raggiungiamo con la bici e ci avviamo verso Avatoru. Lì cerchiamo di organizzare la giornata andando alla Lagon vert. Dopo aver individuato il taxi boat al porto del villaggio, andiamo a far provviste a uno dei supermercati che troviamo per strada e partiamo. La laguna si rivela come una baia tranquilla, con una bella spiaggia bianca, che però è mal tenuta, un po’ sporca e piena di cani, fortunatamente non invadenti. Ci dedichiamo a una giornata di bagni e sole, pensando che vista l’assenza di spiagge sull’isola, potrebbero mantenere meglio questo angolo che, se fosse più pulito, sarebbe paradisiaco!
La sera torniamo alla pensione, dove ceniamo con i nuovi ospiti dei Alain: due coppie di ragazzi svizzeri. E’ bellissimo il momento della cena nelle pensione familiari, tutti intorno a un tavolo, dove si scambiano esperienze e culture diverse.
19 Settembre:
Oggi doveva essere la giornata dedicata allo snoerkeling nella pass, in realtà, viste le numerose ‘ferite di guerra’ sulle nostre gambe, decidiamo di dedicarci ad attività più tranquille: la mattina andiamo in bici alla ferme perlière Gauguin pearls (volendo fa servizio navetta gratuito da e per la pensione), dove una carinissima ragazza polinesiana spiega come nascono le perle. Grazie alla precedente visita a Tahaa e alle letture in materia fatte grazie ai libri del Tetamanu village, sono ormai espertissima e riesco a tradurre dal francese quasi in simultanea. Non resistiamo alla tentazione e alla fine della visita acquistiamo dei meravigliosi ciondoli in madreperla, che si riveleranno molto più belli di quelli che vedremo l’indomani al mercato a Papeete. Invece le perle della ferme perlière di Tahaa sono a nostro avviso più belle d economiche, quindi non ci pentiamo dell’acquisto.
Torniamo alla pensione e andiamo a pranzo allo snack che si trova alla pass sud, qui ci ritroviamo con una coppia di svizzeri e di italiani che abbiamo conosciuto da Alain, ormai ci sentiamo a casa. Mangiamo l’ultimo poisson cru e mahi mahi alla griglia e facciamo le immancabili quattro chiacchiere piacevolmente seduti sulla terrazza sopra il pass. Poi nel pomeriggio andiamo sulla spiaggia (libera) di fronte la Kia Ora: qui si fa uno snorkeling meraviglioso, abbiamo visto anche un’aquila di mare, oltre a numerosissimi pesci pappagallo: avvicinandosi piano piano si poteva anche sentirli ‘brucare’ il corallo!
Non capiamo come potessero, gli ospiti del Kia Ora, starsene ore negli idromassaggi dei bungalow, quando pochi a pochi metri dalla spiaggia c’erano tutti quei pesci… mah…
Oramai è il tramonto, salutiamo gli altri connazionali e torniamo al Bounty dove, come ultima cena polinesiana, Alain ci ha preparato una deliziosa grigliata di pesce freschissimo. Facciamo le ultime foto alla tavolata e andiamo a dormire… domani purtroppo si torna a casa.
20 Settembre: Tahiti.
Puntuale la mattina, dopo un’abbondante colazione, Alain ci riporta all’aeroporto. Ci dispiace partire, oramai il viaggio è praticamente finito.
Il volo parte puntuale, arriviamo a Papeete, lasciamo al deposito bagagli le valigie e partiamo con un truck (che fortunatamente non si fa attendere) alla volta del Marché municipal. Mi faccio indicare da una gentile signora polinesiana dove scendere e ci ritroviamo già all’ingresso del mercato. E’ veramente pittoresco, si trova di tutto, frutta, verdura, pesce, carne e… per la mia gioia, tanto artigianato e prodotti tipici: dalle borse fatte di foglie di palma, al monoi, alle conchiglie, parei, e tutti i souvenir che si trovano in ogni località turistica (t-shirt, posters…). Acquistiamo del monoi per gli amici, magliette ricordo e non so nemmeno trattenermi davanti ad un bellissimo copriletto rosso con i tipici fiori di ibisco bianchi… sarà un’impresa farlo entrare in valigia ma mi piace troppo. Riesco anche a farmi fare un po‘ di sconto dalla maman polinesiana che lo vende, perché il disegno che mi piaceva era rimasto solo sul copriletto in esposizione.
E’ ormai passata da un pezzo l’ora di pranzo, il mango e l’ananas che avevamo acquistato appena arrivati non placano più la fame, così andiamo al secondo piano dove troviamo un poco sano ma gustosissimo panino con una cotoletta di pesce. Il pomeriggio andiamo a cercare la signora che ci ha indicato la ragazza alla ferme perlière di Tahaa per far forare le perle.
Ci restano ancor poche ore… gironzoliamo nelle zone limitrofe finché, esausti, decidiamo di sederci su una panchina in place Vaiete dove, tra breve, dovrebbero arrivare le famose roulottes.
Queste infatti non tardano a comparire: ce n’è per tutti i gusti, cucinano carne, pesce, crèpes, piatti cinesi… Io mi regalo l’ultimo piatto (gigante!!!) di poisson cru, mentre Pier si fa tentare da un riso alla cantonese.
Finita la cena ci aspetta l’ultima avventura polinesiana: trovare il truck che ci riporti in aeroporto… Pier è un po’ preoccupato perché in tutto il tempo che siamo riamasti in zona non ne ha visto nemmeno uno, io sono sicura che ci sono, quindi non demordo. Stanchi di aspettare, chiediamo aiuto a una signora polinesiana di passaggio con la figlia. La gentilissima signora ci accompagna dallo stesso lato della strada dove siamo scesi, di fronte al mercato, dove quasi subito passa un truck. Mi spiega che deve fare il giro dell’isolato, quindi ritorna dalla strada parallela verso l’aeroporto: ecco perché non ne passava nessuno nel senso opposto. Ne nostro tragitto scopriamo che questi pittoreschi truck si fermano anche… a richiesta, anche per fare rifornimento della immancabile Hinano ad un bar sulla strada, restituendo una bottiglia vuota: fortissimo!!
Siamo ormai in aeroporto, paghiamo la tariffa notturna e ci avviamo al deposito bagagli a prendere le nostre valigie.
Con le collane di conchiglie al collo e tanti tanti ricordi nel cuore, attendiamo il volo Air Tahiti Nui che ci riporterà a Parigi… Siamo pervasi da sentimenti contrastanti: da un lato la voglia di iniziare a vivere nella nostra nuova casa, la nostra ‘nuova’ vita insieme, dall’altro una nostalgia che fa stringere il cuore per tutti i luoghi e le persone che hanno contribuito a rendere unico e irripetibile questo viaggio: Ia orana Polinesia, non ti dimenticheremo mai!!
Luisa e Pierluigi