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Autore Topic: Racconto di viaggio di alssio e dani - agosto 2007-Bora Bora  (Letto 7587 volte)

alssio

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Diario di viaggio Polinesia 14 agosto-3 settembre 2007- prima parte-

BORA BORA
Dopo un’attesa sembrata infinita, il 14 agosto finalmente arriva la fatidica data. Si parte.
La partenza dell’aereo è fissata per le 7 e 05. La prima tratta è effettuata da Alitalia fino a Parigi. Sulla condizione dei voli Alitalia è meglio sorvolare. La seconda e terza tratta, Parigi-Los angeles e Los angeles-Papeete è invece effettuata da Air tahiti nui, che si rivelerà essere un vettore affidabile e dotato di aerei davvero confortevoli. Buona la distanza tra i sedili, i quali hanno tutti un proprio schermo sul quale si può scegliere tra diversi giochi e un discreto numero di film in inglese o francese.
Dopo un volo di 21 ore e aggiungendo uno scalo a Los Angeles di circa un’ora e mezza, in cui siamo stati fatti accomodare in una stanza transito-congelatore, arriviamo a Papeete alle 23 di sera.
L’aria è calda e afosa, e ad attenderci allo sbarco dall’aereo c’è un gruppo di musicanti polinesiani davvero carini. Eravamo così stanchi che non abbiamo avuto la forza di fotografarli!!!!!
Immediatamente veniamo trasferiti al nostro albergo dove passiamo la notte in attesa di prendere il volo che ci porti “veramente” in Polinesia. A Bora Bora.
L’aeroporto di Bora Bora è situato su un motu (isolotto), è poco più che una capanna e praticamente fa da collegamento tra l’aereo e “l’imbarcadero”dove ci sono i traghetti che il visitatore deve prendere obbligatoriamente per recarsi al proprio hotel, infatti non ci sono alberghi sul motu (isolotto) dove c’è l’aeroporto.

Ad attenderci all’imbarco dei traghetti c’era quello che, dalle descrizioni dei cataloghi e dai commenti di alcuni utenti di altri forum, doveva essere il lussuoso yacht del Bora Bora Lagoon resort & SPA. In realtà un grosso catamarano curato ma nient’affatto lussuoso.
In dieci minuti l’imbarcazione ci porta sul motu Topua dove sono ubicati oltre al Bora Bora Lagoon, dove soggiorneremo anche il Bora Bora Nui. I colori che possiamo ammirare dall’imbarcazione racchiudono tutte le sfumature del blu. Affascinati dallo spettacolo a cui abbiamo assistito scendiamo ancora in estasi sul pontile dell’albergo.
Ci viene offerta una bevanda rinfrescante e ci viene detto che purtroppo la nostra camera non era ancora pronta ma ci veniva messa a disposizione una transit room. Voi direte: Che sfortuna!!! E invece no! Quella è stata proprio una grossa fortuna. Infatti proprio nella transit room abbiamo conosciuto due simpaticissimi ragazzi, assolutamente mai banali (loro sanno a cosa mi riferisco), che ci hanno fatto compagnia per tutta la nostra permanenza a Bora Bora, e ai quali noi abbiamo rovinato l’intimità della luna di miele ;-)!
Ovviamente abbiamo sfruttato la transit room fin da subito per poterci cambiare e andarci a fare un bel bagnetto. E qui arriva la prima “sorpresa”: l’acqua per noi è freddina. Ovviamente gli altri ragazzi ci hanno preso per matti, d’altra parte loro non sono mai stati alle Maldive!!!
Dopo il bagnetto abbiamo mangiato qualcosa e ci siamo fiondati in camera, che nel frattempo, ci avevano fatto sapere, era stata preparata.
Devo dire che siamo stati molto fortunati. La nostra camera era la 122 e, oltre a essere enorme e dotata di ogni comfort (televisore, lettore di dvd) come tutte le altre, era in una splendida posizione. Avevamo infatti la vista sulla laguna; cosa non da trascurare, visto che sono pochissimi i bungalow senza la vista sugli Overwater.

L’albergo è un albergo curato e dispone di mille “amenities”: tavolo da biliardo, sala dei giochi, tavolo da ping pong, campi da tennis, palestra, sala internet. L’unico difetto, come già detto e che è, ahimè, comune a molti alberghi di Bora Bora sono i troppi OW.
Da questo albergo inoltre è possibile prendere ad ore prefissate (ogni ora) una barca che in cinque minuti di tragitto ti porta gratuitamente al villaggio di Vaitape. E ovviamente ti riporta anche indietro.

L’ISOLA
Tenterò di descrivervi l’isola di Bora Bora per come l’ho vissuta (e non solo vista).
Ho sentito dire sui vari forum che frequento che di Bora Bora si può fare a meno perché troppo turistica. Smentisco categoricamente questa affermazione. Bora Bora ha molto da offrire. Premetto che tutte le mie considerazioni sono basate sul fatto che nel mio itinerario Bora Bora fosse l’unica “isola alta”.

La bellezza dell’isola è proprio data da questa sua caratteristica. Infatti alle escursioni di mare in quest’isola si possono aggiungere alcune interessanti gite a terra.
Affittando una macchina, uno scooter o una bicicletta (per i più atletici) si può fare tutto il periplo dell’isola, oppure, con un tour organizzato si possono visitare dei siti panoramici dai quali si può godere dei mille colori della natura dell’isola. Quello che è certo è che per gustare a pieno quello che questo atollo ha da offrire bisogna uscire dalla dimensione dall’albergo.
A questo punto mi sembra il tempo di scrivervi di queste escursioni:
GITA IN FUORISTRADA
La gita comincia con il trasferimento verso il paese di Vaitape da cui partono tutte le escursioni, terrestri e non.

Una volta arrivati lì si aspetta qualche minuto e un fuoristrada con bene in vista la scritta “bora bora safari” ti carica sul cassone posteriore e, dopo avere recuperato altri “gitanti” si avventura per un tratto sulla costa per poi inerpicarsi all’interno dell’isola. L’autista davvero simpatico e preparato ti accompagna nei punti più “storici” e panoramici. La strada litoranea è comoda ma appena ci si inerpica su per la montagna il discorso cambia. E parecchio. Le strade sono delle mulattiere, molto pendenti e non asfaltate, se aggiungiamo che l’autista è un pazzo scatenato, l’effetto mal di mare è garantito. Così come il divertimento.
La prima tappa del tour ci porta su uno spiazzo panoramico davvero molto bello, situato proprio sopra il paese di Vaitape. In questo sito si trova anche la boutique di un’artista che dipinge i parei dove fare ottimi acquisti e soprattutto made in Polinesia. Infatti la maggior parte dei parei  che troverete nei negozietti sono fatti in Indonesia.

La seconda tappa, attraverso una strada da paura, ci porta nel sito dove sono stati installati due degli otto cannoni installati dagli americani durante la seconda guerra mondiale. Anche da qui si ha una vista mozzafiato sul motu Topua dove si trovano il Lagoon e il Nui e sul Pearl Beach Resort. I colori sono incredibili.

Al rientro si fa tappa ad una fabbrica di perle, con spiegazione del processo produttivo e possibilità di acquisti.

GITA AL LAGOONARIUM
Nonostante il titolo della gita, questo tour è davvero completo. La partenza della gita avviene sempre da Vaitape. Con un pulmann davvero singolare, niente più di un camion con un cassone traforato sul retro dove si trovano due panche lungo i lati e una panca nel mezzo, si raggiunge l’altro lato dell’isola. Spazio per le gambe su questi autobus a pieno carico? Zero. Ci si sente un po’ come animali che si dirigono al macello.
Una volta arrivati, dopo un numero infinito di soste per raccogliere gli ospiti degli alberghi che si trovano sull’isola principale, ci si imbarca su un grosso motoscafo e si parte per una gita dentro la laguna.
Prima tappa: Shark and ray feeling. Pranzo di squali e TRIGONI. Tutti vi diranno di aver dato da mangiare alle razze. Non è vero.
Arrivati in un punto preciso della laguna si scende nell’acqua alta poco più di un metro e attaccati ad una corda si assiste al volteggiare di questi elegantissimi animali. I trigoni “addomesticati” si strusciano addirittura sui turisti.



Seconda tappa: Snorkeling al giardino di corallo
In mezzo alla laguna in acqua alta 4-5 metri ci si tuffa su alcune formazioni coralline ricche di pesci e con una murena davvero gigante che, istigata con un pezzo di cibo dal capitano della barca, è uscita dal suo rifugio per mostrarsi nella sua maestosità. Sarà stata lunga due metri circa e il diametro del suo corpo era impressionante.


Terza e ultima tappa: il lagoonarium
Il lagoonarium non è altro che un tratto di laguna racchiuso da reti in cui si trovano varie vasche con differenti tipi di pesci. Tutto sommato non molto entusiasmante. Abbiamo visto le tartarughe (ma vederle dal vivo è tutt’altra cosa), gli squali e dei carangidi davvero grossi.


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