15 – 12 -2010 mercoledì
Oggi è il nostro anniversario ma siamo in viaggio :-(
lasciamo Bora senza troppi rimpianti, l'abbiamo vissuta in modo un po' asettico, poco “sentito”.
Forse le aspettative erano troppe.
A Rangiroa ci aspetta Norbert, proprietario della paensione Tevahine dream, cinese della quarta generazione in Polinesia.
Il nostro bungalow è bellissimo, siamo i soli clienti,tutto è molto curato ed elegante. L'affaccio è direttamente sulla laguna e subito ne approfittiamo per fare snorkeling.
Norbert è molto gentile e ci accompagna a vedere i delfini al Pass Tiputa. Lungo la strada “raccogliamo” Cristian, arrivato come noi questa mattina e unico ospite del Bounty.
Riusciamo a fare qualche foto ai delfini e passiamo una piacevole oretta. Vedere la corrente del pass in azione, mi convince che quell'escursione non solo non è per Roberto ma nemmeno per me!!!!
Sulla strada per il ritorno ci fermiamo in un piccolo atelier dove un giovane francese dipinge animali e simboli polinesiani su magliette e stoffe varie. Compriamo due magliette con il piccolo geco disegnato (tot 5400 f).
Ci prepariamo per la cena mentre il sole tramonta come al solito dietro le nubi all'orizzonte; meno male che le nubi sono sempre all'orizzonte e mai sulle nostre teste.
Norbert e sua moglie hanno dato il meglio di sé, una tavola apparecchiata benissimo solo per noi e due ghirlande di fiori enormi e profumatissimi. Per cena carpaccio di pesce di laguna e mahi mahi alla vaniglia accompagnato da riso e vino bianco di Rangiroa comprato da noi nel pomeriggio al supermercato (2270 f un po' caro il vinello). La cantina per le degustazioni è chiusa. Per finire......... sorpresa!!!!! Una torta al cioccolato con le candeline con il numero 20 sopra.
Dormiamo benissimo, la stanza è molto ventilata e la zanzariera oltre che grande e bella ci difende perfettamente dalle zanzare.
16 – 12 – 2010 giovedì
A colazione, grazie a Norbert con skype possiamo vedere Lulù.
Da mangiare 8 diversi tipi di marmellate, yogurt, formaggio, pane, burro, miele di Rangiroa, latte e il nostro solito caffé.
Ci passano a prendere alle 8.15 per l'escursione alla laguna blu. Siamo in otto: una giovane coppia di francesi che lavorano a Papeete, una coppia sempre francese un po' anzianotta (di Lione), Cristian e un americano (
forse).
Il “capitano” della barchetta è un giovanettone polinesiano mentre il suo aiutante è la versione ridotta di Marco di Moorea, ci allieteranno durante il pranzo con canzoni ed io e la signora francese di Lione improvvisiamo un Tamure.
Sbarchiamo con l'acqua a mezza gamba circondati da squaletti e razze in un posto bello come nelle pubblicità. Anche vicino al motu gli squaletti aspettano imperterriti il pranzo che gli viene in parte soffiato via dagli aggressivi gabbiani.
Ci facciamo una lunga passeggiata fino al motu vicino e poi per le 14.30 si riparte.
Caricato tutto sulla barca (compreso Roberto) faccio snorkeling con il vice capitano in mezzo agli squali più grandi sotto una vera pioggia tropicale durata 10 minuti ma fortissima. Chi è rimasto sulla barca èquasi più bagnato di noi che stavamo in acqua.
Ceniamo come al solito alle 20.00, Norbert è un bravissimo cuoco, tonno semicotto, mahi mahi fritto e per dolce un gelato viola di Taro (un tubero)
Roberto è riuscito a passarmi il raffreddore così vado a letto con gocce al naso e aspirina.
17 – 12 – 2010 venerdì
Altro collegamento con Lulù che ci fa vedere l'albero di Natale, a Roma c'è la neve e fa un freddo boia.
Partiamo con Leon per l'escursione a “ile aux recifs” insieme ad una coppia di giapponesi di Osaha.
Leon, con i due giovanissimi aiutanti, piazza gli uomini di faccia alle ondate e noi due donne un po' al riparo (ogni tanto, raramente, fa comodo essere donna). Il viaggio dura un po' più di ieri e si balla parecchio.
Sbarchiamo con l'acqua alla vita cercando di salvare la telecamera e le altre cose mettendole sopra alla testa. Sul motu ci siamo solo noi e nuotiamo in mezzo agli squali in un'acqua cristallina.
A piedi raggiungiamo gli scogli affioranti verso l'oceano, io con in testa un cappellino appena fatto di foglie di palma.
Per raggiungere il posto dove mangeremo dobbiamo guadare una parte di laguna con gli oggetti sulla testa. Lo zaino della signora giapponese lo porta una delle guide, lei è troppo bassa!! Anzianotta, con in testa il cappello di paglia, sotto il cappello un asciugamano, la maglietta di licra e pantaloni a metà polpaccio.......... non aggiungo altro :-)))
Finalmente si mangia, siamo attorniati da un numero di squali maggiore di ieri.
Al ritorno capatina al pass de Tiputa ma niente delfini, siamo troppo stanchi anche per fare snorkeling e ci limitiamo a guardare i pesci dall'alto. (7500 f a testa, stesso prezzo della gita di ieri).
Gentilmente Leon ci accompagna in farmacia per comprare il fluidificante. Poi a piedi portiamo i saluti di Patricia (conosciuta sul forum) a sua sorella Loyna dell'omonima pensione.
Per cena Norbert ci fa un'altra sorpresa: una marmitta mongola (tipo la bourguignon però con l'acqua) con pezzetti di manzo, pollo, gamberi, e pesce di laguna da bollire ognuno come vuole e poi intingere nella salsa ostrica o soia con cipolla, il tutto accompagnato da riso e vino di Rangiroa invecchiato nel legno offerto da Norbert. Nemmeno in Cina abbiamo mangiato così bene!!!
Il dessert è uno spettacolo di presentazione e gusto: 4 varietà di gelato e albumi montati a neve.
Restiamo a lungo a parlare con Norbert delle tradizioni polinesiane, dei cinesi in Polinesia, della politica italiana e mondiale ecc ecc. è la nostra ultima sera qui.
18 – 12 – 2010 sabato
Roberto prepara un caffè italiano con tanto di cremina per Tetii (scusaci se non si scrive così) e poi si va in aeroporto. C'è un bel traffico: chi viene e chi va, è finita la scuola e i ragazzi tornano dalle loro famiglie in tutte le Tuamotu. L'aereo questa volta è pieno, viene da Tahiti e poi ferma a Fakarava prima di atterrare a Manihi.
L'aeroporto sembra la reception di un hotel due stelle africano ….... a parte la pista c'è solo un tetto di legno sotto il quale passare per sbarcare o imbarcarsi.
Ci aspetta Emile, cugino di Loyna, che ci porta in 2 minuti di barca all'hotel Pearl beach, unico resort dell'isola. Dopo le solite formalità e spiegazioni andiamo al nostro overwater, l'unico prenotato dall'Italia per sole 2 notti (con quello che costa).
Ci facciamo un giretto in bici, sul motu non c'è assolutamente nulla!!! Il paesino si raggiunge solo con un passaggio in barca per superare il pass.
Ripieghiamo sullo snorkeling ma fra onde e vento forte ho anche uno scontro con ul balista titano che forse ha la tana qui sotto il nostro bungalow.
Ceniamo tutti al chiuso (siamo una ventina di persone, quasi tutte famiglie di francesi che lavorano a Papeete), c'è un vento da uragano ma ci spiegano che qui è quasi sempre così.
A cena altra festa di anniversario con torta a forma di cuore (molto meglio quella di Norbert). Il cibo è nel complesso buono e raffinato ma niente birra alla spina.
Crollo a dormire ma passo una notte da incubo con il vento che fischia da tutte le parti e per tutta la notte. Che errore questo overwater!!!!
19 – 12 – 2010 domenica
Facciamo colazione con le formiche che qui sono un po' dappertutto. Saltiamo la Farm Perlier (che qui è a pagamento!) e telefoniamo in Italia dal telefono pubblico dell'hotel.
Scegliamo di fare il pic nic sul motu; ci divertiamo tantissimo con la battuta di pesca, prendo 3 pesci in tre posti diversi, mentre Roberto nemmeno uno.
Il pic nic è su un motu privato con parecchi pesci pilota e squali. Il pranzo è abbondantissimo, il pesce pescato, un polpo preso dal capitano, manzo, pollo, poisson cru e fettuccine fredde (che ci guardiamo bene dal toccare).
A cena il capitano, il suo aiutante e altri due si improvvisano complessino (se non sai suonare e cantare probabilmente non ti assume nessuno :-))
Suoniamo e balliamo insieme a loro, unici coraggiosi.