Polinesia – Maggio 2005 L’altra Polinesia - Isole Australi e Marchesi di Irene & Rossano (
irene-rossano@libero.it)
Siamo oramai al termine della nostra seconda giornata in Polinesia e Rossano mi fa notare che questa volta non ho ancora buttato giù una riga… ha ragione… ma il fatto è che non so proprio da dove cominciare !! Questo viaggio è molto più di un viaggio, e per dargli un senso forse bisognerebbe partire da molto più lontano… ma verrebbe troppo lunga…
Questo posto ha qualcosa di diverso da tutti gli altri posti, la luce, i colori, la gente, l’armonia totale.
Questo non è un luogo, è uno stato d’animo !! Ed è difficile trovare le parole per descrivere le sensazioni; è un po’ come quando ti trovi in un luogo, in una circostanza, e senti che ti calza a pennello. Qui è come sentirsi a casa, tutto è come se fosse stato fatto su misura, invece è una naturale armoniosa perfezione…
Allora di fronte a questo tramonto vado a cercare un po’ d’ispirazione per iniziare a scrivere qualcosa. Mi siedo sulla sabbia bianca proprio in riva al mare, davanti al pontiletto di Juliette e Areti; le fronde di un grosso albero fanno da cornice al sole che si perde dietro alla montagna del villaggio, ed io semplicemente mi chiedo:
“Ma esisterà al mondo un posto più bello di questo !?”
Ma… andiamo con ordine.
Il nostro aereo è atterrato a tahiti alle 05:30 di sabato mattina. Noi dobbiamo attendere le 08:45 per prendere l’aereo che ci porterà da Michele a Raiatea. A Tahiti abbiamo il tempo di uscire dall’aeroporto e di guardarci attorno. Si, si…è tutto come mi ricordavo, il verde verdissimo, il cielo limpido e il sole già cocente !
E’ l’ora, ci imbarchiamo e ci alziamo in volo, ma… ops… siamo tra le nuvole, bianche e soffici che si alternano al blu limpido del cielo. Su Raiatea invece la situazione peggiora, ci sono delle belle turbolenze e le nuvole sono grigie e dense. Atterriamo e… piove ! Una bella pioggerellina calda tropicale ci dà il benvenuto appena scesi dalla scaletta dell’aereo e pochi passi più avanti Michele ci aspetta , in versione polinesiana, con tanto di collane di fiori per noi !!! Che beeeello !
Ci rifugiamo nella pancia del Gulliver e davanti ad un meraviglioso piatto di poisson crud parliamo, parliamo, parliamo… Lui ci racconta del suo mondo, dei suoi amici velisti nei mari del sud, della sua bella storia, dei suoi progetti futuri… poi viene il sole e con il Gulliverino andiamo a fare un bel bagno nella laguna lì davanti. Passeggiamo un po’, facciamo qualche foto e Miki organizza per la cena a casa… hem, in barca di altri amici italiani. Così ci troviamo dai ragazzi del Decibel, insieme a Leo del Ghibli, per mangiare, bere e… passare la serata. Beh… si fa presto; è il nostro primo giorno ed io e Ro siamo veramente fusi dal fuso… peccato ! Ottima polenta con salsicce, ottima carne esotica preparata da Michele, Hinano e via. Senza fare grandi cose abbiamo tirato le ore piccole. Siamo andati a dormire alle 9.30… che è tardissimo. Credo di essermi addormentata all’istante.
Dom. 01.05.2005
Ovviamente ci siamo svegliati presto prestissimo, abbiamo fatto una ricca colazione nel Gulliver e poi, mentre Miki faceva dei lavori, io e Ro siamo andati col Gulliverino a fare il bagno nella laguna. Abbiamo visto i pesci pagliaccio in un ciuffo di anemoni… proprio come Nemo e siamo stati un paio d’ore a rosolarci galleggiando. Abbiamo fatto un giro per il cantiere, poi Miki ci ha raggiunti e camminando per strada si sono uniti a noi tre ragazzini curiosi che seguendoci, offrendoci fiori e caramelle… sono riusciti a strappare al capitano un invito a pranzo! Conserverò con cura i loro dolci bigliettini, un ricordo davvero speciale di questa bella giornata a Raiatea, ospiti di questa comunità galleggiante di viaggiatori quasi radicati in questo spicchio di mondo. E’ un mondo parallelo il loro, affascinante, mai uguale e sempre in movimento. Come ci dice il nostro capitano, anche quando la sua barca è ormeggiata, non è mai proprio ferma, è sempre in movimento, e poi quando serve… è facilissimo, basta poco per mollare gli ormeggi e per essere davvero liberi, liberi di partire all’inseguimento di un nuovo sogno, semplicemente, spinti dal vento, persi nell’infinito dei mari del mondo, facendosi guidare ognuno dalla sua buona stella.
Tornando invece a noi ed al nostro viaggio, ci rendiamo conto che il nostro tempo a disposizione qui a Raiatea è quasi terminato; Miki carica noi ed i nostri bagagli sul Gulliverino e ci porta in aeroporto via mare. Imbarchiamo gli zainoni e ci sediamo al barretto di fianco all’aeroporto in attesa che arrivi il nostro aereo. Non dovremo aspettare molto… e quindi si è fatta l’ora dei saluti ! Abbracciamo il nostro capitano e lo ringraziamo per la bellissima ospitalità e per averci reso partecipi del suo vivere polinesiano. A presto… “marinaretto dai capelli gialli”… e buon vento !
Noi intanto ci alziamo in volo ed in men che non si dica siamo già sopra a Maupiti !!!
E’ uno spettacolo incredibile ed un’emozione grandissima !!! Ci precipitiamo giù dalla scaletta dell’aereo e… si, si, si… non è cambiato niente ! Ci guardiamo attorno, su, giù, destra, sinistra… vorrei poter catturare questo momento perché è incredibilmente bello questo rendersi conto di essere davvero di nuovo qua ! Cerchiamo Areti… eccolo… ci stava cercando dalla parte sbagliata, lui guardava ancora verso l’aereo, ma noi ci eravamo già precipitati giù. Che bello ritrovarsi, sono passati due anni, chissà come sarà questa volta ! Areti apre il suo sacchettino di plastica e ci dona le sue collane di fiori. Cerchiamo di convincere due ragazzi italiani a venire con noi al motu, ma scelgono di andare al villaggio per cercare una sistemazione più economica… peccato, non sanno quello che si perdono; quindi noi saliamo sulla barca, attraversiamo la laguna trasparente, costeggiamo il villaggio, la montagna… è bellissimo ! E’ una specie di viaggio nel tempo, proprio qui che il tempo sembra essersi davvero fermato… è questa la magia di Maupiti.
Eccoci, ci stiamo avvicinando, e Juliette spunta dai fiori e si avvicina al pontiletto agitando la mano per salutarci. Ci si deve immaginare una francese bizzarra, con i capelli neri e la pelle abbronzata, sempre adornata di fiori e coperta con un pareo… ovviamente abbinato al colore dei fiori che indossa ! Saltiamo sul pontile, ci salutiamo e veniamo subito letteralmente trascinati da Juliette, che deve mostrarci fiera, tutte le novità che lei e Areti hanno realizzato: il nuovo bel farè, due gazebo col tetto di foglie intrecciate, un nuovo grande tavolo decorato di conchiglie, una copertura in lamiera dove poter stendere il bucato al riparo dell’umidità della notte e della pioggia … e poi i 13 gatti ed i 2 nuovi timidi cagnolini da poco arrivati: Bikini e Lolita !
Vuole che scegliamo il farè dove alloggiare… siamo ospiti speciali… alla fine sceglie per noi Areti, decide di darci il più grande dei due, è bellissimo… mi sembra un sogno ! Ed è talmente vicino all’acqua che se nell’uscire fai per errore un passo più lungo…ooops… ti trovi nel turchese della splendida laguna di Maupiti ! Io continuo a fare foto… non riesco a fermarmi… vorrei catturare tutto, immagazzinare in maniera totale tanta meraviglia !
Inutile… so che non ci riuscirò… quindi mi accontento di viverlo e mi do una calmata !
Mi siedo, non so dove guardare perché non vorrei perdermi un solo scorcio. Mi concentro sul mare, l’isola di fronte, il sole che tramonta… e penso che tutti dovrebbero passare di qui almeno una volta nella vita !
Juliette non mi molla, mi chiama continuamente, ha sempre cose da dirmi, cose da mostrarmi, foto, oggetti, fotocopie di pagine di giornale che lei si fa fare in comune, foto scattate al televisore mentre passavano qualche notizia particolarmente interessante, per esempio le nuove elezioni o dei documentari inerenti il loro mondo… bizzarra, innamorata di Maupiti, del suo motu meraviglioso e selvaggio, ma allo stesso tempo ancora legata al resto del mondo, affamata di notizie dal mondo, civettuola come ogni donna che si rispetti, che prende anche in giro Areti, polinesiano geloso !
Ha fatto una tavola bellissima per noi, con i tovaglioli bianchi che vengono dalla Francia, i piatti decorati a mano, come quelli del Meridien… e tantissimi fiori. Ha cucinato cose divine e… c’era persino una torta al cioccolato decorata con i frangipane. Tutto questo sotto il nuovo tetto di foglie… sotto ad un cielo incredibilmente stellato. Restiamo a lungo a tavola, ma… sono già le 9:15, è tardissimo, non ce la facciamo più ! La toilette è ancora vista giardino… un, due, tre e siamo già a letto ! Domani ci aspetta una sorpresa… cosa avrà combinato Juliette ? Siamo curiosi !!!
Lun. 02.05.2005
Quando ci svegliamo è ancora buio, sentiamo che i due sono già in movimento, ma noi restiamo nella nostra bella cuccia ancora per un po’ ! Poi ci alziamo, stiamo un po’ in giro tra i fiori ed infine ci mettiamo a tavola per la colazione. Il tavolo è stracolmo di cose da mangiare ed è decorato con fiori e foglie, semplicemente, con quello che offrono le piante del giardino; è in riva alla laguna, una cornice splendida. Sul tavolo c’è una busta, Juliette ci ha scritto una lettera e ci dona moltissime foto, tutte con dedica, una delle quali ritrae lei e Areti ! Beeeeello ! Poi ci riempie di fiori e di corone e ci fa un servizio fotografico completo; Ire e Ro a colazione ritratti da ogni angolo ! Ommioddio !
Juliette ha fatto le crepes ed ha fatto per noi la confettura di guaiave e di banane ! Ci abbuffiamo.
Ci facciamo un bel bagnetto nel turchese, una gita in barca con Areti alla passe per fare le foto alle onde grandissime e poi a casa per la lezione di cucina: pollo esotico ! …la tavola è già apparecchiata per otto persone… si tratta della sorpresa! E neppure Areti sa niente, altrimenti non riesce a mantenere il segreto ci dice lei !
Arriva una barca, un uomo, una donna, due ragazze ed una bellissima bambina ! E’ una famiglia di loro amici , la mamma fa delle collane meravigliose,dico meravigliose, con le perle e le conchiglie. Devo sceglierne una, è un regalo di Juliette !
Pranziamo tutti assieme, poi le ragazze avrebbero dovuto danzare in nostro onore, maaa… c’è un piccolo inconveniente musicale, sarà per la prossima volta…
Restiamo a tavola fino alle 4, gli uomini bevono birra, le donne spettegolano e guardano le foto… tutto il mondo è paese. La famiglia se ne va con la sua barca, li vediamo allontanarsi, tornano al villaggio, noi ci rilassiamo un po’ e ci godiamo Maupiti, il nostro amato motu della passe, il nostro angolo di mondo preferito. Maaaa… la calma dura poco, gli uomini devono catturare un po’ di pescetti con la rete, alla vecchia maniera; gli servono per la partita di pesca notturna,… mi sembra davvero la scena un vecchio film… Juliette intanto riprende a cucinare. C’è una cosa speciale per cena: il “varo”. Non l’abbiamo mai mangiato prima ! Juliette dice che secondo lei di gran lunga migliore delle aragoste! Risulterà essere davvero fantastico, insieme all’uru che ci ha fatto Areti con il latte di cocco. E’ un piatto costosissimo nei ristoranti di Papeete… di questo avremo conferma in seguito.
Gli uomini partono nelle tenebre per la pesca, noi andiamo in casa, parliamo un po’, Juliette mi mostra ancora cose e poi alle 9:15 decidiamo che è l’ora di andare a dormire.
Salutiamo cani, gatti e galline ed andiamo a letto… aspettando che tornino i validi pescatori.
Mar. 03.05.2005
Juliette ci chiama alle 5:30, ma l’odore della cucina ci aveva già svegliati ! Pan perdù questa mattina a colazione ! E’ il giorno dei saluti… sigh, è stato breve, ma davvero molto bello ed intenso. Siamo stati davvero fortunati ad aver avuto la possibilità di tornare una seconda volta.
Siamo davvero carichi di regali e tutti quanti siamo sicuri che torneremo ancora qui un giorno, siamo sicuri che ci vedremo ancora ! Areti dice che la prossima volta costruirà un bungalow per noi due, proprio là dietro ! Uhmmm… che bello ! … io non vedo l’ora ! : )
Beh… zaino in spalla adesso, collana di conchiglie al collo e via verso l’aeroporto. L’amica razza è venuta a salutarci, sfreccia nel turchese e con le sue “ali” sembra proprio dire “ciao ciao amici, nanà, a presto” !!!
Areti aspetta il decollo del nostro aereo per andarsene, lo vediamo mentre ci alziamo in volo, in piedi sulla sua barca, adesso farà ritorno al suo motu, dalla sua Juliette, e dalla sua passe.
Noi invece siamo diretti a Tahiti. Dobbiamo starci un giorno in attesa dell’aereo per Rurutu, la nostra prima isola delle Australi.
Ne approfittiamo per andare a Papeete al mercato per comprare tutto quello che ci è stato commissionato e… niente da dire, facciamo un grosso shopping ! Poi torniamo al nostro bel Relais, facciamo una passeggiata fino alla spiaggia, ci rinfreschiamo nella piscinetta della nostra pensioncina, ci facciamo una Hinano sotto le stelle, a lume di candela in giardino… aspettando domani. Ro dorme già da due ore (sono le 9), la cena è saltata oramai direi… e anche i miei occhi si stanno chiudendo! Lo raggiungo e spengo la luce… non prima di essermi fatta un bagno nella cara potentissima lozione anti insetti… Le zanzare, i nono e non so che altro ancora… mi stanno divorando. Anche questa volta sono a pois… ed è solo il quarto giorno. : |||
Mer. 04.05.2005
L’intera mattina è dedicata al relax totale, Ro continua a dormire, io mi dedico alle letture aspettando l’ora per andare all’aeroporto. Alle 11 ci carichiamo gli zaini in spalla ed andiamo ad aspettare l’autobus. Per fortuna dopo 15 minuti di attesa sotto il sole cocente, una gentile signora si ferma, ci chiama insistentemente (beh… non ci eravamo accorti… era arrivata un po’ lunga) e ci offre un passaggio per l’aeroporto ! Non smette mai di parlare, vuol sapere tutto di noi, dove andiamo, da dove veniamo, ci racconta di quando è stata lei nelle isole…
Al cheek in per Rurutu … una lunga fila … GULP !
Ma le Australi, ultime terrre abitate del Pacifico del Sud, non erano isole remote… dove andava poca gente
Scopriremo poi essere tutti quanti i partecipanti alla gita del dopolavoro delle poste di Papeete in gita al Rurutu per il week end lungo dell’Ascensione. Grazie a loro all’aeroporto all’arrivo c’è un gran bel movimento; un gruppo folkloristico ad accoglierli ed un gran brulicar di gente che si bacia e si abbraccia, letteralmente avvolta in collane e corone di fiori, bacche ed erbe profumate ! Non vedevo l’ora di averle al collo queste collane speciali delle quali avevo sentito parlare con entusiasmo (Lia avevi ragione !). L’odore è quasi speziato, c’è il basilico selvatico, delle bacche rosse che sembrano tanto i nostri pomodorini pachino… fantastiche !
Attendiamo i bagagli, conosciamo i nostri compagni di pensione, Sylvie e Daniel, due signori francesi a Papeete per lavoro, e saliamo sul pick up diretti alla nostra pensione.
Per strada ci rendiamo subito contadi quanto sia diversa quest’isola rispetto a quelle degli arcipelaghi visitati precedentemente. Il colore scuro, denso, della terra preparata per le coltivazioni contrasta con il verde verde della montagna, invasa da ogni tipo di vegetazione, e con il blu del cielo !
Attraversiamo un villaggio, Moerai, il villaggio principale, tutto bello pitturato di bianco, e dopo poco eccoci al Manotel. Trooooppo beeeello ! Sono 4 bungalow incantevoli, tutti in legno, immersi in una quantità indescrivibile di fiori e posti su una distesa di erbetta morbida verdissima a ridosso della montagna ! Per noi questo è vero LUSSO !
Si attraversa la strada e c’è una bella spiaggia bianca di sabbia finissima. Incantevole !
Unico neo… una vera e propria invasione di grosse api intorno ai bungalow, bisogna tenere ben chiuso, ed entrano ugualmente ! E’ la stagione ci dicono, con l’arrivo dei primi freddi cercano un riparo al calduccio… !
Per tirar sera io e Ro abbiamo preso le bici e ci siamo avventurati… verso sinistra, ma una bella salita ci ha presto scoraggiati, e dopo un oretta abbiamo riconsegnato i mezzi potenti e siamo andati in spiaggia per un po’ di sano riposo. Abbiamo trovato i nostri compagni di pensione e ci siamo trattenuti a socializzare con loro fino quasi all’ora della pappa. Drrr… ma che freschino che fa adesso ! Serve una maglietta a manica lunga per la sera… E’ l’inverno australe del resto !
Gio. 05.05.2005
L’appuntamento era per le 8 a colazione. Io e Ro ci siamo svegliati prima… e siamo andati in spiaggia.
L’escursione con Yves è iniziata alle 9… ed è stata incredibilmente affascinante. Yves ci ha mostrato e spiegato minuziosamente ogni angolo della sua bella isola adottiva; la geologia particolarissima dell’isola, le grotte con le loro leggende, i villaggi armoniosamente curati, le coltivazioni dell’isola… ci ha narrato di usi e tradizioni dei rurutu, ci ha spiegato le origini delle stesse, che vanno ricercate alle radici della religione… i muretti bianchi, la visita delle case, le offerte “al rialzo” da fare alla chiesa…
Ci ha fatto vedere il forno per il corallo, dal quale si ricava la “vernice bianca” utilizzata per pitturare case e muretti di tutta l’isola. Incredibile ! Ci ha fatto vedere ogni pianta, ogni fiore, ogni frutto … e ci ha spiegato il loro utilizzo… Il taro, il caffè , il pandanus utilizzato per tessere e realizzare borse, tappeti e cappelli … artigianato tipico delle isole Australi. Non avremmo capito neanche solo un po’ di tutto questo che abbiamo visto oggi, se non avessimo avuto Yves. Certe cose se vengono mostrate e spiegate da chi le conosce e le ama… assumono un gusto incredibilmente diverso ! Yves, come ci diranno in seguito, è un’enciclopedia. Noi ci siamo lasciati affascinare e trasportare…
Siamo rientrati a casa per il pranzo e siamo ripartiti subito dopo per completare il tour. Ci era rimasta la parte sud dell’isola. Molto mooolto bella, con scorci affascinanti e spiaggette meravigliose di sabbia bianca, al limite dell’incredibile ! Peccato che intanto il tempo si è fatto nuvoloso… con il sole ed il cielo azzurro i colori sarebbero stati davvero uno spettacolo !
Rientriamo tardi alla pensione; doccia per lavare via un po’ di stanchezza dopo una giornata così intensa, e poi pappa…buona pappa staseeeera ! Una aragosta a testa era solo l’entrée, poi c’era un coscione di anatra gigante, fatta alla cinese in agrodolce col miele, la zucca ed il purè ! Dopo tutto questo… nanna ! E’ stata proprio una giornata molto ricca oggi.
Ven. 06.05.2005
Oggi è previsto l’arrivo della nave a Rurutu ! Già di primo mattino si sente un particolare movimento per strada. Tutti devono andare a ritirare le proprie merci ordinate a Tahiti. Anche Yves e Helene aspettano un frigo per le bibite. Approfittiamo quindi di un passaggio per il porto… io sono troppo curiosa di vedere cosa succede su un’isoletta fuori dal mondo come questa, all’arrivo della nave. Sylvie e Daniel, reduci dal viaggio in cargo alle Marchesi sanno bene come funziona e quasi quasi vorrebbero dedicare la mattinata alla spiaggia, ma… alla fine cambiano idea e si uniscono a noi. Ci fermiamo prima a comprare il formaggio di capra. La famiglia che lo produce vive in una casa poco distante dalla nostra pensione. Qui fanno l’unico formaggio di capra di tutta la Polinesia francese, e fanno anche per i ristoranti di Papeete la pasta fresca, i ravioli… beh… il marito della signora è di origini Umbre. Grandi baffi, mamma francese e papà italiano, lui da bambino è vissuto a Magione e… per la gioia immensa di Rossano, ha una voce che parla italiano ! Qui, a Rurutu ! E’ incredibile…
Al porto c’è un gran gran movimento, dalla nave piano piano viene fuori di tutto; ed ognuno, in un ordinato folkloristico caos, si prende dalle varie casse le sue cose. Helene attende qualcuno che la aiuti a caricare il suo frigo sulla macchina, ma non lascia assolutamente fare a noi ! Ci spiega che tutti quelli che ci vedono -tutta l’isola quindi- direbbero che Helene fa lavorare i suoi ospiti, …e questo è male. Non insistiamo.
Torniamo a piedi alla pensione, è quasi mezzogiorno e dopo poco Yves ci carica e ci porta all’aeroporto. Alle 13:50 parte il nostro aereo per Tubuai.
Wow ! Tubuai vista dall’alto è meravigliosa, c’è una laguna dai colori bellissimi… on vediamo l’ora di poter toccare con mano.
Ci attendono all’aeroporto… siamo facili da individuare. Ci sono pochissimi turisti . Sylvie e Daniel sono con noi alla pensione VaiteaNui. La parola d’ordine, ancor prima di arrivare: “Questa è una grande famiglia, si vive come in famiglia e bisogna sentirsi a casa”. Ottima premessa.
Noi intanto ci sistemiamo e poi andiamo a fare un giro a piedi in spiaggia al paese. Alla sera poi ci si ritrova tutti nel salone; aspettando l’ora di cena si ascolta la musica, ci si presenta e si inizia a socializzare. A tavola siamo in tanti; 12 ospiti, 5 di famiglia e 3 simpatici gendarmi che vengono qua a colazione, pranzo e cena. Si resta a tavola fino a tardi a parlare, come si fa alle cene tra amici, è bello ! Pian piano si prende confidenza e si fa amicizia con tutti.
Sab. 07.05.2005
Oggi era prevista l’intera giornata al motu, ma stanotte è piovuto, il tempo non è bello come dovrebbe… meglio rimandare a domani ci dicono !
Solita tavolata di gente a colazione, ed alle 9 noi partiamo per un giro a piedi.
Facciamo la vecchia strada traversiera, una bella camminata di due ore e mezzo, quasi tre, che ci permette di attraversare una parte dell’isola, per gran parte nella fitta vegetazione. E’ una sensazione strana a pensarci bene, siamo in Polinesia, ma invece che essere spaparanzati su una spiaggia bianchissima, siamo qua, sudaticci e anche un po’ stanchi a camminare nel niente più assoluto. Un niente speciale però, un niente a tinte forti, un verde incredibilmente verde, dal quale occhieggiano fiori dai colori bellissimi, un niente emozionante quando ti fermi un attimo in silenzio e senti echeggiante il rumore delle grosse canne di bambù… l’avete mai sentito il rumore che fanno a strusciare assieme le canne di bambù mosse dal vento ? A me dà i brividi, è beeellissimo…
Raccogliamo i peperoncini x la signora della pensione, riconosciamo le piante ed i fiori… siamo preparatissimi del resto, dopo l’escursione di Rurutu ! ; )
Bello ! Insolito ! Torniamo affamati.
Nel pomeriggio invece… ancora sport, convinciamo Sylvie a lanciarsi e a provare la bicicletta ! Come battesimo non c’è che dire, pedala pedala abbiamo fatto il giro dell’isola ! Ben 25 lunghi chilometri !!! Puff… che faticaccia ! Se fossimo partiti di mattina e l’avessimo fatto con più calma, avremmo assaporato meglio ogni scorcio, ci saremmo davvero goduti tutto quello che abbiamo solo intravisto sfrecciando, tutto quello che abbiamo fatto passare velocemente intorno a noi … accecati dalla fatica !
Da non dimenticare: anche qua abbiamo trovato tracce italiane. Ci siamo fermati all’aeroporto per una breve pausa cercando un po’ d’acqua (all’aeroporto c’è sempre l’acqua… quella del lavandino del bagno!) … e con il filo di voce che ci era rimasto, abbiamo parlato con una signora che era là seduta su un muretto con altre maman, lei fabbrica le collane di fiori da vendere all’arrivo e alla partenza di ogni volo… ed è sposata, - senti un po’ - con un signore di origini italiane ! Piccolo il mondo ! Sempre trooooppo piccolo !
Beh, comunque è davvero duro fare i turisti qua ! Consoliamo i nostri muscoli doloranti e i nostri voraci appetiti con un aperitivo fai da te in giardino, davanti alle camere, e ora aspettiamo i due per presentarci di là, nel salone… si sente cantare… quasi quasi noi ci avviamo !
Dom. 08.05.2005
Sono stata con l’orecchio teso per tutta la notte, con la speranza di non dover udire il ticchettio della pioggia o il soffiare del vento… ci alziamo e… c’è il sole ! Wowowow !!! Oggi è il giorno dell’escursione al motu ! Ci tuffiamo anima e corpo in quella meraviglia che abbiamo visto dal cielo, arrivando qua a Tubuai ! Non vedo l’ora !
Alle 9 partiamo per il porto dove è ormeggiata la barca della nostra famiglia, saliamo tutti quanti a bordo (tutti quanti è una parola grossa… hem, i tutti quanti siamo noi 4 e altri 4 della famiglia) e sfidando un nuovolone grigissimo ed un breve rovescio di pioggia, sfrecciamo tra le onde !
Eh si, la laguna di Tubuai è proprio bella. Ha dei colori caldissimi. Il motu ha la sabbia bella bianca e ci sono davvero tantissime conchiglie. Tubuai del resto è l’isola dei bonitier (tridacne)… si vede ! E’ pieno di gusci di qualsiasi dimensione, sono i resti dei pic-nic che si vengono a fare al motu. Appena arrivati ci lanciamo nel classico giro del motu, io mi perdo via con la bambina che … chissà, forse contenta di avere una nuova amica, mi porta nell’interno e mi mostra tutti i posti dove lei va a giocare. Mi fa vedere una casetta vicino alla spiaggia, un tronco scavato come una poltroncina vista mare, e mi trascina fino ad entrare in un tronco di un grosso albero perso in mezzo al palmeto ! E’ bellissimo,è un nascondiglio segreto a misura di bambina… beh… anche il buco per entrarci è a misura di bambina… non posso deluderla, devo entrare, maaaa… ooops, spero di farcela anche a uscire o dovrò passare il resto della mia vita in un tronco d’albero… per giunta senza soffitto !!!! Beeeellissimo ! Non avevo mai guardato il cielo da dentro ad un albero… posso restare qua dentro ancora per un po’ ?
Presto arrivano altre barche, altre amichette, e la mia giovane guida mi abbandona senza troppe esitazioni.
Io raggiungo i mie prodi che mi hanno visto scomparire … Ro mi immagina già in pasto all’ultimo cannibale ! Ma noooo, non sono buona da mangiare io !
Hem… non ci si può perdere su un micro motu… c’è qualcuuuno !??? C’è nessuuuunooo !? Dove sieeete ?
A pranzo grande barbecue, mangiamo un pesce senza squame, non so come si chiama, “nason à rostre court” dice il libricino, …pesce unicorno, o qualcosa del genere ! Apprezziamo ! Ma, non è finita qui, torna il papino dalla pesca al bonitier, così anche noi finalmente possiamo assaggiarlo ! Crudo, all’acqua di mare, così … col limone ! Sinceramente a me fa uno strano effetto, dico che è buono, ma devo inghiottire senza masticare troppo quel “callo colorato”…
Ro invece apprezza indiscutibilmente e ne mangia con gusto finchè ce n’è !
Andiamo a farci un faticoso giro di snorkeling contro corrente, … ecco adesso vederli attaccati ai coralli, così belli con i loro riflessi argentati, dai mille colori… adesso mi fa ancora più effetto ! Poveriiini !
Prima di ripartire attraversiamo la bassa laguna che separa il nostro da un altro motu. C’è la bassa marea al pomeriggio e troviamo delle bellissime conchiglie, c’è una bella luce ed inoltre ci sono degli scorci davvero fantastici che ci lasciano prendere belle belle foto. Saranno un bel ricordo di questa giornata dai colori della laguna.
Il breve viaggio di rientro è bello movimentato e… come dire… rasentiamo il limite del ribaltamento. Drrrrr…
Attendiamo l’ora di cena parlando con i nostri compagni di viaggio, stiamo in giardino finchè c’è luce, poi ci spostiamo nel salone. Hinano, qualche libro e musica. Hawaiana questa sera.
Per il dopo cena prendo in prestito un libro sulle Australi che mi piace tantissimo, maaaa… bastano un paio di paginette e gli occhi non stanno più aperti ! Vorrà dire che mi sveglierò domattina presto e lo leggerò con calma, al fresco, aspettando l’ora giusta per andare di là per la colazione.
Lun 09.05.2005
…macchè ! erano già le 7.30 quando ci siamo svegliati ! Tardiiiisssimo ! Letture rimandate a dopo colazione; abbiamo del tempo a disposizione ! Si dice così nelle gite vero !?
Maaaa… la lettura è durata poco perché siamo andati a camminare fino in paese con Sylvie e Daniel. Abbiamo passeggiato un po’ e poi siamo rimasti a parlare sul mare, sulla piazza del comune, guardano quel poco di movimento
attorno a noi ! Sono venuti anche i nostri amici gendarmi e ci hanno detto che verranno più tardi a salutarci all’aeroporto. Così è stato !
Il nostro aereo atterra alle 14:00 a Raivavae, una delle isole più belle del Pacifico, si dice; una delle più meridionali del territorio della Polinesia francese, situata già al di sotto del tropico del Capricorno. Dall’aereo si ha già una magnifica vista della laguna. Il nostro uomo ci attende all’aeroporto, sembra simpatico. Scopriamo subito che per fortuna le nostre pensioni sono l’una di fianco all’altra; potremo continuare a fare escursioni con Sylvie e Daniel.
Il pomeriggio però prevede programmi diversi. Loro vanno al motu a cercare i bonitier per la zuppa della cena, noi invece facciamo il giro dell’isola in auto, una introduzione al soggiorno, gentilmente offerta dalla pensione.
Finito il breve giro però… il nostro uomo ci molla a casa e riparte; loro non abitano lì, torneranno per darci la cena. Ora siamo soli, e abbiamo una casa tutta per noi a Raivavae ! Che ne facciamo ? : |||
Beh, noi decidiamo di sfruttare le ultime ore di sole, partiamo per un giro in bici verso sinistra ed arriviamo fino a Vaiuru, uno dei più grandi dei 4 o 5 micropaesini sparsi lungo il bordo di questa bella isola di 24 km di perimetro, che conta ad oggi circa 950 abitanti !
Alle 5:30 / 6:00 fa buio e noi rientriamo. La bici in notturna non è proprio il massimo qui. Il buio è totale e per strada, oltre ai cani, può capitarti di vederti sbucare all’improvviso maiali, polli e pulcini !
Alle 6:30 si cena. Odile è gentilissima ! Resta con noi e ci intrattiene a tavola, parlandoci della vita sull’isola prima e dopo la costruzione dell’aeroporto, raccontandoci dei lunghi viaggi in nave che era necessario affrontare anche solo per andare a Tubuai per prendere l’aereo per raggiungere Tahiti; la nave passava prima per Rapa e per arrivare a Tubuai (35 minuti di volo) ci voleva una settimana. Nei periodi delle vacanze inoltre era affollatissima, talvolta si doveva dormire per terra o sulle scale… Non c’era, ma questo non c’è neppure adesso, un centro medico nel vero senso della parola, il dentista viene una volta ogni tre mesi e sull’isola ci sono soltanto due infermieri. Le donne che devono partorire non vengono accettate sulla nave a partire dal settimo mese di gravidanza, pertanto prima le donne al sesto mese dovevano lasciare l’isola e andare a Tahiti, trovarsi per tre mesi una famiglia che le ospitasse, portarsi dietro eventualmente gli altri figli, mandarli a scuola a Tahiti, lasciare i mariti da soli sull’isola… Adesso, con l’aero, tutto è cambiato e la vita nelle isole che lo hanno è sotto certi aspetti migliorata… non si è più così isolati, e questo forse è un bene, forse è un male, dipende.
Mar. 10.05.2005
Il maaramu, il vento freddo da sud est, soffia fortissimo oggi. Il cielo è grigio ed è un po’ come se qualcuno avesse spento i colori. Oggi abbiamo deciso di unirci al gruppo dei nostri vicini di pensione per la scalata del monte Hiro, 437 metri, la vetta più alta dell’isola.
Il gruppo è numerosissimo, siamo in 11, e l’escursione si è rivelata da subito molto più che impegnativa. Io mi immaginavo un sentiero o qualcosa che gli somigliasse anche solo un po’… ed invece no; si è trattato di una arrampicata libera, prima su terreno accidentato in salita e poi … tirarsi su con braccia e gambe, tenendosi alla più o meno peggio a radici (sperando che fossero profonde e ben attaccate, non marcite), sassi e ciuffi d’erba ! Una volta in cima…wow… il panorama sulla laguna tutto intorno all’isola è superbo, maaa… intuisco che qui non siamo neanche a metà ! Mi sembra di capire che dobbiamo arrivare fino a lassù ! Maaaa… è lontanissimo ! E io che pensavo di essere arrivata...
Beh… oramai siam qua, forza, scarpinare Ire !
Adesso percorriamo il crinale spazzolato dal vento fortissimo, fatichiamo a tenerci in piedi, e sotto è a strapiombo… drrrr… In un’altra ora di marcia, alternata ad un po’ di sana andatura a quattro zampe, raggiungiamo la vetta del nostro monte… non è stato per niente facile. Selezione naturale qua, le mie vertigini ho dovuto riporle per le 5 ore che è durata l’escursione, è stato proprio bello, una gran soddisfazione per me che non sono una gran sportivona per eccellenza. Steven, la nostra guida dagli occhiali scuri, nonché portabagagli all’aeroporto, danzatore, piroghista (come si dirà???)… ci ha detto che adesso si che possiamo dire di essere stati davvero a Raivavae ! Wow ! Mi piace !
Ho ancora ben impresso nella mente il ricordo del sapore e dell’odore delle arance selvatiche della montagna… è una delle cose più buone che mi ricordi di aver mai mangiato… si, certo… avevo anche tanta sete e tanta fame…
Al rientro, dopo doccia rigenerante e pappa improvvisata, siamo andati con i due in bicicletta al paese verso destra, per cercare il piccolo tiki che è rimasto a Raivavae (quello grande è a Tahiti al museo Gauguin) ! Ci hanno detto che si trova, nascosto nella vegetazione, in un terreno poco dopo Rairua. Chiediamo in giro e… trovarlo è più facile del previsto ! Si è fatto quasi notte, maaaaa… pensandoci bene, ci siamo sparati un’altra quindicina di chilometri su due ruote, sotto il sole e controvento… come se la faticaccia di questa mattina non fosse stata sufficiente.
Proprio bello oggi, la laguna e l’isola da un punto di vista totalmente nuovo, dall’alto, da un punto totalmente dominante, a 360 gradi. Adesso però ci è rimasta un po’ di voglia di toccare con mano quel turchese scintillante nel quale sono disseminati tanti motu di sabbia bianca che circondano tutta l’isola. Speriamo che domani mattina sia bello e che il tempo sia abbastanza per poter fare una escursione anche in laguna.
Sarebbe proprio il top ! Vedremo.
Adesso, dopo aver cenato e conversato con la dolce Odile, ci godiamo un po’ la quiete di questa nostra casa a Raivavae e… presto andremo a dormire, oggi non ce la facciamo proprio più !
Mer. 11.05.2005
C’era un bel sole questa mattina, ma a causa del vento non si poteva andare al motu… o almeno, così dice !
Peccato, con il bel tempo sarebbe stato proprio bello e avremmo fatto delle bellissime foto della scintillante laguna di Raivavae. In alternativa noi abbiamo passeggiato, verso sinistra, lungo l’unica strada che conduce al villaggio. Passeggiando si vedono molte più cose che passando velocemente in auto; si assaporano gli scorci più pittoreschi… le vecchie piroghe in riva al mare, le reti da pesca appese ai rami degli alberi, inconsuete le banane lasciate in acqua al riparo dagli animali, e nei giardini fioriti le belle casette dai colori pastello oramai sbiaditi dal sole…
Camminando, andando lentamente, al ritmo della gente delle isole, si piace di più, ed abbiamo avuto piacevolmente modo di scoprire che non è poi così raro che vedendoti passare qualcuno smetta di fare i suoi mestieri, lasciando cadere a terra badile e cariola, solo per venirti a stringere forte forte la mano nel dirti “buongiorno” !
Ed io resto senza parole di fronte a questo… di fronte a certi atteggiamenti proprio inaspettati, di fronte a certe sfumature… che a volte mi spiazzano proprio e mi lasciano davvero a bocca aperta, sbigottita, senza idee e senza pensieri.
Adesso però stiamo lasciando le Australi, queste isole perdute ai confini del sud Pacifico, queste isole dal carattere impregnato di religione, queste isole dove la quiete è regina; siamo in volo verso Tahiti, e siamo a metà del nostro viaggio !
Sylvie et Daniel ci hanno presi a cuore, ci vengono a prendere con la loro auto e ceniamo insieme alle rulottes sul porto, ci affoghiamo in un chao man gigantesco ! E’ piacevole questa serata qua, c’è la musica sul palchetto e c’è anche un bel mercatino dell’artigianato con le maman che intrecciano e con tantissime belle cose in vendita. Sembra proprio di essere in vacanza… come da bambini, a passeggio in una di quelle località di mare dove i dopocena sono a suon di musica, animati e rilassati allo stesso tempo… Finiamo la nostra serata mondana in un locale dove loro vanno di solito quando escono, beviamo qualcosa, facciamo le ultime due chiacchiere e poco dopo le 9 andiamo a nanna. La sveglia suonerà alle 5:30 domani per noi !
Gio. 12.05.2005
Siamo in volo, diretti alle isole Marchesi. La terra degli uomini, così chiamano i marchesani il loro arcipelago, il più settentrionale della Polinesia Francese, 1400 chilometri a Nord Est di Papeete, composto da 15 isole, solo 6 delle quali abitate, che hanno come denominatore comune l’isolamento geografico; questo dice la nostra guida !
Ci aspettiamo isole maestose, imponenti, frastagliate, erose dal mare e dal vento; isole nelle quali la natura regna incontrastata, aspra, selvaggia ed autentica.
Ci aspettiamo un atmosfera misteriosa in questa terra di tradizioni e di leggende, ricca di resti archeologici e di mana. Vedremo cosa ci attende.
Dopo un lungo viaggio, il nostro areoplanino 16 posti atterra ondeggiando sulla pista in salita dell’areodromo di Ua Pou. Dall’alto si ha l’impressione di atterrare nel niente, ed è la giusta impressione. Il paesaggio è lunare, brullo, c’è poca gente e noi due siamo indubbiamente gli unici turisti. Ci chiedono se siamo gli ospiti di Doudou e ci caricano su un fuoristrada insieme ad una donnona che ride e canta e ad un signore tatuato con la camicia a fiori che tiene in mano la sua cartella clinica. Forse è stato a Tahiti in ospedale per delle cure… mah, non sapremo mai niente di loro perchè si sono parlati sempre nella loro lingua, polinesiana o marchesina che sia…
Dopo una mezz’ora di fuoristrada arriviamo al paese, scende il signore tatuato, scende la donnona che canta e dopo poco noi veniamo consegnati alla nostra pensione. Helene e Doudou ci accolgono con le collane di tiarè, ci mostrano la nostra stanza e ci offrono un succo di non so bene quale buonissimo frutto.
La pensione è molto bella. La posizione è incantevole, in alto, sulla baia, incastonata tra i fiori. Sembra un grande chalet estivo, ombreggiato, nel quale si vive all’aperto.
Giusto il tempo di sistemarci e di scambiare le prime parole, e Doudou ci chiede se vogliamo accompagnarlo in una valle non troppo lontana per prendere dell’insalata… una buona occasione per fare una prima visita introduttiva dell’isola, nella valle dei re. Un tempo la valle più popolosa dell’isola. Ci porta fino alla spiaggia poi all’orto dei suoi amici, un terreno privato dove si trovano ben conservati dei pae pae ed un piccolo tiki. Ogni spostamento qua è difficilissimo, e l’andare magari anche a soli pochi chilometri può voler dire ore e ore di trasporto su strada, andare da un villaggio all’altro è difficilissimo e si deve sperare ovviamente che non piova troppo e che le strade non diventino impraticabili. Rientriamo per la cena, ottima ed abbondante e ci mettiamo d’accordo con Doudou per le …costose… escursioni dei prossimi due giorni.
Ven. 13.05.2005
Fare colazione su questo bel terrazzo tra i fiori, che guarda la baia sottostante ed i picchi di Ua Pou è molto bello. Facciamo tutto con calma, guardiamo col binocolo il movimento che c’è sulla banchina del porto, controlliamo le barche che sono arrivate, quelle che sono partite… e poi partiamo per l’escursione odierna che prevede la visita del lato est dell’isola; partendo dal nostro villaggio, Hakamoui, scendiamo tutto a Sud, attraversiamo procedendo lentamente molti boschi e molto niente. Tra la vegetazione selvaggia si intravedono molti pae pae, ma le cose più interessanti e più curate si trovano tutte su terreni privati e sono oggi gelosamente custodite dopo aver subito molti furti.
Ci spingiamo fino al piccolo villaggio di Hohoi, sembra perso nel tempo, ci sono i bimbi nudi sulla “strada” insieme ai cani e ai maialini. I bambini più grandi giocano nel fiume, fare i tuffi è un gioco sempre divertente e mai uguale, ovunque nel mondo e… la pioggia torrenziale non è certo un problema. Noi percorriamo l’unica strada fino alla spiaggia di ciottoli per cercare i sassolini floreali. Di sassolini floreali ne abbiamo trovati ben pochi, in compenso ci sono dei bellissimi ciottoli levigati verdi come grosse olive… non resistiamo, ne prendiamo un po’ per Onofrio, il nostro pesce rosso apprezzerà di sicuro il nostro regalino dai mari del sud.
L’escursione continua, ma a breve dobbiamo arrenderci, la macchina scivola a metà di una ripida salita… dobbiamo tornare indietro, la pista è inagibile. Doudou ci racconta le leggende dell’isola, Suzanne lo ascolta con aria un po’ scettica, intanto torniamo alla pensione, non possiamo raggiungere il villaggio di Akatao.
Io e Ro (a parte Suzanne -www.mavemai.com- che praticamente vive lì) che siamo gli unici ospiti della pensione, decidiamo di andare a camminare. Qua c’è bel tempo, è non troppo lontano c’è una spiaggia bianca che vorremmo proprio vedere. La plage d’Anahoa ci dicono che è a quindici minuti, quindi bisogna calcolare almeno una buona mezz’ora di marcia… Il caldo è soffocante, arriviamo zuppi di sudore !
La spiaggia è bella, è quasi un miraggio, è vero, dopo aver camminato per un sentiero così brullo e ripido, …peccato che sia infestata dai nono… non possiamo trattenerci a lungo, di spogliarsi poi non se ne parla proprio, giusto il tempo di percorrere la spiaggia nella sua lunghezza e dobbiamo scappare. Siamo letteralmente presi d’assalto.
Allora, visto che già siamo in cammino, decidiamo di arrivare fino alla croce bianca che domina la baia del paese; la guida parla di una salita MOLTO ripida, ma dice anche che il panorama da lassù è stupendo ! Chiediamo permesso ai grossi cavalli che… hem… monopolizzano il sentiero, e… ci inerpichiamo ! Puff, che caldo, che sudore, che fatica ! Beh, se non altro la visuale che abbiamo conquistato è davvero superba !
Torniamo alla pensione e ci rinfreschiamo nella piscinetta.
Anche questa sera la cena è ottima, in nostro onore, in quanto italiani, Helene ha fatto le lasagne con l’aragosta ! Deliziose ! Noi dormiremo già prima delle 9 !
Sab.14.05.2005
Oggi l’escursione è proprio bella. Prevede tutto il lato nord-ovest dell’isola. Iniziamo con la parte a Nord, quella che ospita l’aeroporto, la più brulla e deserta dell’isola, ma che offre degli scorci selvaggi proprio belli.
Ci fermiamo spesso, è davvero suggestivo, si sentono molti rumori e sembra quasi impossibile perché non c’è niente attorno. E’ proprio in questo niente che ogni forma di vita, ogni minimo rumore, ogni piccola cosa diventa grandissima, attrae inevitabilmente l’attenzione ed assume un fascino incredibile.
Continuiamo per la baia degli squali, qua nel mese di Agosto si possono contare anche 50 squali che vengono qua al riparo nella baia a dare alla luce i loro piccoli, poi andiamo avanti e ad un certo punto ci addentriamo a piedi nella boscaglia seguendo il corso del torrente, fino ad arrivare ad una bellissima cascata. WOW ! Forma una specie di laghetto, ci si può bagnare, all’inizio l’acqua sembra ghiacciata, un attimo dopo risulta essere piacevolissima !
Nuotare qui, sotto la cascata, al riparo in questa giungla è bellissimo, sembra un film ! Ehm… si, zanzare a parte, ma questo è un altro discorso, fanno parte del contesto selvaggio del luogo.
Continuiamo la nostra escursione fino a toccare tutti e tre i villaggi. Il primo, Hakahetau, famoso per il campanile rosso della sua chiesa, estremamente curato e molto decoroso; Haakuti, minuscolo villaggio tutto in salita, una salita ripidissima fiancheggiata di casette colorate che si susseguono dal molo d’attracco fino alla chiesa dal tetto aguzzo, in cima alla salita al termine della strada del villaggio, infine Hakamaii, un altro villaggio minuscolo, sperduto dove finisce la pista. Solite casette fiorite, solita miriade di bambini in giro. Molto caratteristica la chiesa con le vetrate dipinte di giallo, di rosso e di blu, e la facciata rivolta verso l’oceano.
Ci attende un lungo viaggio di ritorno verso la pensione, nel tragitto Doudou ci racconta ancora aneddoti, leggende e vicende accadute sull’isola. Ci racconta dei tanti turisti che sono stati da loro, della signora venuta a Ua Pou per una settimana senza sapere neppure dove fosse quest’isola, giusto perché aveva visto i picchi in una foto e voleva ad ogni scosto vederli con i suoi occhi; sono stati per tutta la settima avvolti nelle nuvole… non è riuscita a vederli. Ci ha raccontato dell’americano che non è mai uscito dalla pensione, che si ammalato e che ha raccontato a tutti che loro non gli avevano dato da mangiare. Ci ha raccontato di quando l’aereo è uscito fuori pista, dei giornalisti e dei fotografi che vengono a Ua Pou. Ci ha raccontato della loro vita in Francia, della sua passione per i motori, di tutti i sogni che pian piano sono riusciti a realizzare…
Helene ha fatto il pane al burro, cè un gran buon odore quando rientriamo, ma… è ancora presto per la pappa. Anzi, dobbiamo fare in fretta; Jaques (il giornalista della Depeche che abbiamo incontrato ieri davanti alla chiesa cattolica) ci aspetta a casa sua con Chantal per vedere il documentario sulle Isole Marchesi -in italiano- del quale ci ha parlato !
Jaques è di origini italiane e quando la troup televisiva di “Viaggio nel Tempo” ha seguito l’Aranui ed è arrivata a Ua Pou, lo ha scoperto e persino inserito nella parte finale del filmano. Ma quanti italiaaaaani troviamo radicati in questo spicchio di mondo… !?
Dom. 15.05.2005
Lasciamo la pensione verso le 9:30 del mattino. Doudou ci accompagna all’aeroporto in anticipo ed abbiamo così il tempo di andare a vedere l’esposizione di artigianato. Sono tutti oggetti in legno, molto grandi e preziosamente incisi, delle vere opere d’arte, pronte per essere spedite a Tahiti in tempo per i festeggiamenti dell’Heiva.
Il nostro miniaereo con a bordo ben 9 persone decolla in orario, ma sullo scalo di Nuku Hiva è un vero e proprio macello; voli cancellati, ordini e contrordini… arriviamo a Hiva Oa alle 2:30/3:00 del pomeriggio. Stephanie ci attende all’aeroporto con una sua amica che ci dà un passaggio fino alla baia di Tahauku, dove è ancorata Inch’Allah. Facciamo due viaggi col dinghi e carichiamo in barca tutte le nostre cose.
L’avventura marinaresca ha inizio… anche se non nel migliore dei modi. Ci lascia un paio d’ore per socializzare un po’, dper suonare il suo bongo e per pescare… ma poi il tempo volge al peggio, inizia a piovere e l’ancoraggio si fa decisamente movimentato… aiuuuto, voglio moooriiire !!!! Meglio sdraiarsi subito, domani ci sarà il sole. Steph ha sentito il meteo, il vento è favorevole per andare a Fatu Hiva, l’isola più estrema, Steph è gasatissima nell’illustrarci i programmi, dormiremo ancorati alla baia delle Vergini (o delle verghe che dir si voglia) e andremo a fare il bagno alla cascata, sarà bellissimo! Wooow !
La sveglia per l’indomani è prevista all’alba. Ma questo non è un problema per noi.
Lun. 16.05.2005
Il vero problema è che il tempo non è affatto migliorato nella notte. Partiamo sotto un cielo nero nerissimo e dopo poco troviamo la pioggia ed un gran gran vento. Decidiamo allora di cambiare programma e ci ancoriamo a Tahuata, in una baia davanti ad una bellissima spiaggia di sabbia bianca, che riesce a essere meravigliosa anche col cielo tinto di grigio. Crediamo che sia la baia del villaggio di Vaitahu… solo dopo la pioggia, una volta scesi a terra, ci renderemo conto che qui di villaggi, anche addentrandosi di molto, non c’è neanche l’ombra, si tratta probabilmente della spiaggia privata nella baia di Hanahevane… Passeremo qui la giornata in attesa che il tempo decida cosa fare, di conseguenza anche noi decideremo che strada prendere !
Intanto torniamo in barca, lasciamo passare il tempo senza far niente… aspettiamo la sera.
Mar. 17.05.2005
Ci svegliamo con un tempo bellissimo, ed ora la baia ci appare in tutto il suo splendore, con il verde verde e l’acqua azzurra e trasparente. Rossano riesce a vedere anche una piccola manta facendo il bagno (beh… io non ho visto la manta, ma ho pescato il cucciolo di squalo martello) … il solito fortunato, ma è la giusta punizione per me che mi sono fatta prendere dalla pigrizia ed ho preferito rimanere a bordo… beh, come negarlo… impaziente di salpare !
Ci spostiamo a motore, raggiungiamo poco più avanti la baia del villaggio e scendiamo a terra a Vaitahu. Steph trova subito fortunatissimamente un passaggio andata e ritorno per Hapatoni, l’altro villaggio. Si tratta di un camion che deve consegnare un pacco con la spesa ed il sacco della posta, noi ci accomodiamo dietro nel cassone e ci godiamo la bella gita assaporando caratteristici scorci di questa isoletta proprio bella. Loro sono molto gentili, fatte le loro consegne ci portano fino al porto, prendono per noi dalle piante papaie e limoni e ci fanno vedere il villaggio.
Rientriamo a Vaitau ed andiamo a vedere il piccolo museo, possiamo vedere i bambini a scuola, visitiamo la bellissima chiesa cattolica e facciamo una ricca spesa al negozio; siamo stupiti e ci chiediamo come in un’isola così piccola e remota possa esserci un negozio così fornito… ne approfittiamo !
Intanto per strada abbiamo trovato un gruppo di giovani che ci hanno promesso del maiale locale, ci hanno spiegato dove trovarli e come raggiungerli l’indomani. Dobbiamo cercare di tale Richard. Richard sembra essere un personaggio molto conosciuto qua !
Noi torniamo a bordo e ci spostiamo quindi nella baia di Apathoni. Ancoriamo proprio nella baia di Richard, la baia dei delfini… speriamo di vederli !
Veniamo subito abbordati dai suoi amici che si aggirano tra le barche con le loro piroghe. Viene anche Richard e lo invitiamo a salire a bordo, è molto curioso di vedere la barca. Definiamo i dettagli per l’appuntamento dell’indomani. Mangeremo con loro, noi porteremo del vino e faremo i biscotti.
Finiamo la serata a guardare le stelle e a cercare di riconoscere le costellazioni. Io… vedo anche la neve sull’isola di fronte… mah, saranno gli effetti dell’aria che tira da queste parti ! ; )
Mer. 18/05/2005
Ci svegliamo tardi stamani, sono le 7:15 quando apriamo gli occhi. Non so come sia possibile, ma qua dormiamo undici ore per notte, sarà dura riabituarsi ai ritmi di casa che prevedono sei o sette ore soltanto… è inevitabile che cominciamo a pensarci, la vacanza sta volgendo al termine…
La giornata inizia con un bagno, non per me ovviamente, ho il risveglio lento io ! Resto a bordo, scrivo e mi lascio cullare. Steph approfitta per dei lavoretti da fare su Inch’Allah, poi facciamo i biscotti e alle undici come d’accordo sbarchiamo. Scendere a terra non è per niente facile, dobbiamo sbarcare a nuoto, ma i ragazzi ci vengono a dare una mano e ci portano a “casa”. E’ una specie di comunità, la casa è di Richard, ma insieme a due simpatici maiali che la condividono con lui, ci sono altri ragazzi che non sono troppo ben visti al villaggio e altri ragazzi che invece stanno da lui solo per la giornata rientrando poi a casa loro alla sera.
Richard ha un sacco di idee per far fruttare questo suo terreno, ma non è facile mettere sulla carta i progetti, svilupparli e portarli a termine… conta di riuscire a vedere qualche bel risultato tra due o tre anni; per adesso ci accomodiamo sui sassi neri della sua baia, ci ospita così, nella sua natura, nella sua baia dei delfini.
E’ un modo di vivere completamente diverso il loro, il loro modo di essere,di porsi di fronte ad ogni cosa; il loro senso del tempo, il loro approccio con il lavoro, con il denaro… è un mondo totalmente diverso dal nostro e forse noi non riusciremo mai a capirlo fino in fondo, ma, una volta superato lo spaesamento iniziale, che tanta diversità inevitabilmente comporta, è davvero bello farne parte così integralmente per questa intera giornata.
Qui non ci sono che poche regole ed ognuno è libero di esprimersi come vuole, qui bisogna sentirsi bene, ci spiega Richard. E ci fa vedere il loro orto, il loro essiccatoio per la copra, la piantagione dei noni ed il palmeto che stanno pulendo. Poi mangiamo il loro cocomero e, aspettando che sia cotto il pranzone, facciamo della musica con chitarra, ukulele e percussioni improvvisate. Hem… siamo proprio noi che dobbiamo esordire …con voce e strumenti… oh cielo! Come si fa a tirarsi indietro !? Non si può !
Allora improvvisiamo una canzone italiana e ci accompagniamo con le chitarre… anche se una chitarra io non l’ho mai presa in mano in tutta la mia vita e anche se sono pure stonata! Cantiamo “ O bella ciao” … così anche Steph può cantare con noi; è francese lei, ma conosce questa canzone !
Poi, con calma, si mangia. I ragazzi hanno preparato per noi il maiale al latte di cocco, il poisson crud, il pesce grigliato, il taro e le banane cotte. Tutto è allineato sui sassi davanti a noi, i piatti sono delle foglie appena staccate dai rami degli alberi sopra di noi, l’acqua è quella delle noci di cocco, ognuno si serve… prima che lo sciame di mosconi affamati si divori il tutto ! Richiamata dai segnali di fumo, sbarca e si unisce a noi anche una famiglia canadese. Loro dopo pranzo andranno con i ragazzi nella giungla a cercare i petroglifici, noi andremo a Apatoni, che non è troppo distante, per vedere un po’ d’artigianato.
Arrivati al villaggio, chiediamo a dei ragazzi, riuniti in questo afoso pomeriggio sotto una tettoia di foglie di palma, dove possiamo trovare gli scultori. Così veniamo accompagnati di casa in casa. Percorriamo in tutti i sensi le stradine fangose e ripide del villaggio, lasciamo ogni volta fuori le nostre ciabattine ed entriamo; ognuno apre scatoloni e cofanetti e ci mostra l’intera produzione di famiglia. Tutte cose indiscutibilmente bellissime, ma dal prezzo a nostro avviso davvero ingiustificato. Assolutamente troppo 15000 Fcp (più di120 Euro) per quella bellissima collana incisa fatta con il legno e il dente di maiale !!! Tentativo di shopping fallito, dovevamo comprare della farina e altre cose per Richard, per ringraziare del pranzo e dell’ospitalità, ma la nave arriverà solo tra qualche giorno, non c’è proprio più niente da comprare… ci accontentiamo di una bibita fresca, colorata e gassata !
Torniamo alla baia dei delfini, salutiamo Richard e ci facciamo aiutare per l’imbarco davvero poco pratico. Torniamo su Inch’Allah, facciamo il bagno e ci lasciamo cullare davanti ad un davvero bel tramonto aspettando la notte.
Gio. 19.05.2005
Ci mettiamo in marcia subito dopo colazione, non prima di aver visto finalmente i delfini nella baia, numerosissimi e giocosi, tranquilli vicinissimo alle barche ancorate. Alcuni dalle barche ancorate si tuffano e a nuoto raggiungono il branco, altri si avvicinano col dinghi ! Vorrei andarci anche io…
La navigazione si prospetta ottimale. Ci sono vento e sole. Se le condizioni restano favorevoli speriamo di poter fare un bordo fino a Motane, una delle isole disabitate poco lontano da qui. Maaaa…. ovviamente le condizioni non sono per niente favorevoli, vento contro e mare contro non ci permettono di avanzare… mha… a me in realtà sembra di tornare persino indietro ! Doveva essere una breve navigazione, invece impiegheremo tutta la giornata per rientrare su Hiva Oa. Arriviamo nel tardo pomeriggio, ma non da soli ! Alla traina abbiamo agganciato un grossissimo thazard (pacific wahoo) … WOW ! Stasera ricca pappa ! Ci voleva proprio !Slurp !
Troviamo all’ancora un bellissimo bialbero battente bandiera italiana, il Cygnus. Gli offriamo un po’ del nostro pesce e ci guadagniamo un invito a cena per l’indomani. Che beeeello !!!
Ven. 20.05.2005
Oggi è prevista la visita del’isola di Hiva Oa. Noleggiamo un auto ad un prezzo che ci pare abbordabile e partiamo iniziando da Autona. Noi dobbiamo andare in banca e Steph approfitta per fare i suoi giri. Ecco però che la brutta sorpresa è in agguato… il circuito Visa è fuori servizio ed il poco disponibile bancario non si degna di dirci una parola. Dobbiamo riprovare più tardi , salta quindi l’escursione a Puamau, il sito archeologico più importante delle Marchesi… merda !!!! Si può dire vero !? Eh si ! Quando ci vuole ci vuole ! Maaaa non abbiamo troppe alternative. Iniziamo quindi la nostra visita dell’isola dal museo Gauguin,vi sono esposte copie delle sue opere, si ripercorre la sua vita e vi è pure la ricostruzione della sua capanna, la “Maison du Jouir”, la casa del piacere, come l’aveva battezzata lui. Sulle travi vicino alla porta vi sono incise due delle sue massime “Siate misteriose” e “Siate innamorate e sarete felici”. Il tutto non è niente di poi così eccezionalmente coinvolgente, maaa… siamo qua, vuoi non andarlo a vedere !?
Riproviamo con la banca,ma ancora niente… grrr ! Andiamo quindi fino a Taaoa, visitiamo il bel villaggio, scendiamo fino alla spiaggia, mangiamo i nostri panini e facciamo scorta di acqua potabile. Poi andiamo a visitare il sito archeologico. Ci sono molti pae pae nella vegetazione brulicante di zanzare affamate, e c’è anche un tiki alto circa un metro ! Torniamo verso Autona ed andiamo al cimitero sulla collina, dove si trovano, con una meravigliosa vista sulla baia, all’ombra dei frangipane, le tombe di Gauguin e di Brel. Chi meglio di loro ha saputo far parlare della Polinesia ? Anime inquiete; qua entrambi, nella natura primitiva, aspra e selvaggia, hanno trovato il loro paradiso perduto e vi sono rimasti fino al loro ultimo giorno.
Anche noi iniziamo a diventare inquieti, torniamo dal nostro simpatico amico bancario, dobbiamo riprovare a prelevare, questo è l’ultimo tentativo, e anche questo è fallito. Le carte non funzionano, peccato che colui che era in fila prima di noi, con una Visa come la nostra, non abbia avuto problemi… Beh, anche queste sono le Marchesi ! E questo è il primo polinesiano davvero scortese ed indisponente che abbiamo trovato. Si sarà svegliato fiù questa mattina… non possiamo farci niente ! A noi non resta che continuare il nostro giro visto che alle 16 dobbiamo riconsegnare l’auto. Andiamo a Hanaipa, un affascinante villaggio famoso per le sue case in stile coloniale. Si snoda lungo un’unica via, come al solito, che termina sulla spiaggia. Il villaggio ha una chiesa molto bella, una coltivazione di vaniglia, gli essiccatoi per la copra…
Peccato che stia diluviando adesso e… che palle ! Non ne possiamo più di questa pioggia ! Ci ha perseguitati questa settimana, che sfiga ! Torniamo al porto, paghiamo il noleggio dell’auto con la nostra carta di credito che funziona a meraviglia, ci facciamo una bella doccia profumante sulla banchina e ci rifugiamo in barca a far niente aspettando che smetta di piovere. Per cena non sarebbe stato bello presentarsi sul Cygnus zuppi fradici. Alle 7:30 asciutti, lavati e profumati ci presentiamo. Maaaaa… cos’è ??! Una barca, forse, questa
A me solo il ponte sembra una piazza… una grande piazza ! Gulp ! Non ho mai visto una roba così… sono quasi in difficoltà !
L’equipaggio -composto da 5 uomini- ha preparato spaghetti al ragù e frittata. Slurp !
Mangiamo, parliamo, usciamo fuori al fresco e ci raccontiamo un po’… dopodiché, si è fatto tardissimo e andiamo a dormire. La serata mondana volge al termine.
Sab. 21.05.2005
E siamo arrivati all’ultimo giorno !!! I ragazzi del Cygnus, nella persona di Gianluca di Viareggio, col loro grande dinghi, ci aiutano a sbarcare con i nostri bagagli e poi partono per continuare il loro giro, alla volta di altre isole, di altri mari, di altri orizzonti e di altre esperienze. Noi cerchiamo un passaggio per l’aeroporto e salutiamo Steph che, senza ciabatte (le ha dimenticate in barca) va invece a cercarsi un passaggio per andare al villaggio. Le nostre strade si dividono qui, sotto il sole cocente, su questo incrocio di Hiva Oa.
Adesso siamo di nuovo a Nuku Hiva, in attesa dell’aereo, il primo di una lunga serie, che questa volta ci riporterà a casa, alla nostra casina, ai nostri amici… cosa avranno combinato in tutti questi giorni senza di noi !? Beh, è ancora presto per pensarci , la giornata non è ancora finita.
Come d’accordo Sylvie et Daniel ci attendono all’aeroporto, andiamo a casa loro. Hanno preparato un sacco di regalini per noi e ci lasciano fare una doccia rinfrescante per prepararci bene per il lungo viaggio di ritorno. Sono davvero troppo carini con noi. Andiamo a cena alle rulottes, facciamo un breve passaggio alle bancarelle dell’artigianato e poi ci incamminiamo verso l’aeroporto. La fila per i controlli per i voli internazionali è sempre troppo lunga. Chiamiamo Michele per ringraziarlo e per salutarlo, finiamo per parlare del prossimo viaggio che sogniamo già di rifare da queste parti… ok, ok, avremo tempo per parlare di questo !
Ci beviamo con i due la ultima Hinano prima di imbarcarci, ci salutiamo alla polinesiana, con le collane di conchiglie e tante promesse di scriverci, sentirci e magari rivederci quando loro torneranno in Francia… ed io quasi mi commuovo… perchè è stato bello ! Poi… poi anche questa volta il viaggio è finito! Sembrava dovesse essere un viaggio lunghissimo ed invece… se ci voltiamo indietro ci rendiamo conto che è passato in un battibaleno. Arriveremo a casa Lunedì per pranzo e senza aver neppure il tempo di metabolizzare e di mettere in ordine i ricordi, martedì mattina saremo puntuali al lavoro. Per adesso non riesco neppure ad immaginarmi questo momento, siamo ancora in una fase di passaggio, in volo, sospesi nel tempo, senza sapere esattamente che ore sono e di che giorno… poi… immagino che sarà come svegliarsi un mattino qualsiasi, ci volteremo indietro a cercare i ricordi, i volti, i colori e gli odori di questi giorni… e ci sembrerà che tutto questo sia successo molto molto tempo fa.
Tutto questo presto sarà solo un ricordo lontano… ma un ricordo di quelli speciali, di quelli che si custodiscono gelosamente nei bauli belli, sarà un ricordo prezioso e probabilmente incomprensibile agli altri, un esperienza totalmente personale; questi giorni sono pagine della nostra vita che potremo sfogliare in ogni momento e che ci faranno brillare gli occhi ogni volta che ci capiterà di rileggere questo capitolo. E questo accadrà spesso, almeno per i primi mesi… ! E’ normale andare a cercare rifugio nei ricordi… Difficile da capire per chi non c’era… :cry:
Info pratiche:
ISOLA, SISTEMAZIONE e PREZZO in € (8.38 € = 1000 FCP)
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Maupiti Pension Rose des Iles… ovviamente
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Tahiti Relais Fenua
relais.fenua@mail.pf 70 € a persona solo pernottamento
Rurutu Pension Manotel
manotel@mail.pf 52 € al gg a persona MP
Tubuai Pension Vaitea Nui
bodinm@mail.pf 44 € al gg a persona MP
Raivavae Pension Ataha
Fax 00689.954369 55 € al gg a persona MP
Tahiti Tahiti Airport Lodge
Fax 00689.822368 67 € a persona solo pernottamento
Ua Pou Pension Pukuee
pukuee@mail.pf 50 € al gg a persona MP
Hiva Oa e Tahuata In barca con Stephanie
inch.allah@mail.pf 100 € al gg a persona solo crociera – tutto escluso